A partire dal 2016, l’Associazione NO O.D.I. ha portato avanti – all’interno del più ampio approfondimento sulla casistica degli omicidi di impresa – una particolare indagine sul caso del gruppo del credito a consumo Delta, iniziato nel 2008 con l’inchiesta della Procura di Forlì e ancora oggi in corso.

La storia di Delta è emblematica per raccontare come viene assassinata un’impresa, come essa possa morire di “morte non fisiologica”, come una realtà il quale slogan era “da Zero a Delta” per la sua incredibile energia (che in soli sette anni ha creato oltre mille posti di lavoro) possa nel giro di poche ore svanire per sempre.

Tuttavia, la rapida e prospera crescita dell’azienda è stata segnata dalla violenza di passaggi dolorosi: prima c’è l’inasprimento del rapporto fra soci, poi l’indagine ispettiva della Banca di Italia e, infine, l’Inchiesta Varano che, con i suoi punti oscuri, fa pensare a sentenze già emesse, avallate da un eccessivo clamore mediatico. Invero, l’Inchiesta Varano, ha rappresentato per il Gruppo l’anticamera della sua condanna a morte.

Evocare l’affaire Delta risponde al dovere morale di ricostruire e dar voce a quella sorta di cortocircuito che ha generato, come spesso accade, un’enorme distruzione di valore, inenarrabili danni a un’estesa comunità di lavoratori, con l’azzeramento di saperi aziendali faticosamente costruiti negli anni e notevoli perdite economico-patrimoniali per soci e terzi. Queste le ragioni che hanno ispirato il libro “Omicidio di impresa. Il caso del gruppo bancario Delta” e i tre incontri convegnistici rispettivamente presso l’Università La Sapienza di Roma (21 giugno 2017), l’Università della Calabria (9 ottobre 2017), nonché, presso la Camera di Commercio di Salerno (25 maggio 2018).